Il cambio delle stagioni è uno degli aspetti che mi fa amare il mio territorio. Dico sempre che, per i Pavesi, nessun clima del mondo può essere un problema: viviamo in un posto dove può nevicare e fare freddo come, se non in Russia, almeno nel nord Europa e può fare un caldo afoso ed umido che neanche nella foresta Amazonica. L’abilità di una guida locale è anche quella di driblare le difficoltà che il clima può presentare. Sappiamo come far fronte ad una giornata di pioggia, al freddo gelo, alla canicola. Pavia rimane comunque bellissima. Quale stagione è la mia preferita? Autunno e primavera a parimerito, poi l’inverno e decisamente giù dal podio l’estate. Partendo dall’autunno…….Pavia e la sua nebbia: a volte, dal Ponte Coperto non riesci a vedere neanche il Borgo Ticino. Sappiamo però che c’è la nebbia e che quindi il sole non tarderà ad arrivare. La vista sulla città che con le torri, i campanili e la cupola del Duomo traspare attraverso la nebbia e piano piano diventa sempre più evidente nei suoi particolari, lascia senza fiato. Gli alberi della città, i tigli, i bagolari, quelli del Parco del castello e dei viali hanno i colori dell’autunno. I bar hanno le porte ormai chiuse e si può sentirne il tepore ed il profumo del caffè. Le lezioni universitarie sono ricominciate ed i cortili sono pieni di studenti. Piazza San Pietro in ciel d’Oro è quasi umida anche nei colori ed ancora più intima. I ristoranti invitano a godersi un piatto di polenta e lepre, dopo un delizioso risotto fumante. Una bonarda scalderà il cuore. Le ore di luce sono ancora tante e puoi congedarti ancora con un po’ di sole. Sai che presto, molto presto, alle 16.30 ci sarà già buio…..in un attimo….è inverno. Eppure…..le visite guidate proseguono. Sicuramente per i tedeschi, gli svizzeri e gli austriaci. Ormai so, da tradizione, che arriveranno gruppetti di uomini che hanno questa strana usanza di un viaggetto invernale fra di loro. Non mi dicono mai che è così. Spesso fingono di essere un gruppo di anziani. Di solito transitano dalle Langhe. E poi arrivano….burloni. Io ho freddo. Loro no. A Pavia in inverno fa freddo. Le chiese non sono più riscaldate. Non offrono più un riparo caldo. E a metà visita guidata , quando vedo i segnale dell’ibernazione, suggerisco un buon caffè in un bel bar. Ci scaldiamo. Facciamo pausa e pieno di calore per poter ripartire. Ma se nevica……ma che meraviglia è? In questi ultimi anni capitano anche, purtroppo, le gite scolastiche a febbraio. Io faccio di tutto per dissuadere, ma non sempre ci riesco. Essendo mamma, vado in ansia per i ragazzini con le sneaker e senza giacca. Il freddo umido non dà scampo. Si anela alla primavera…….i gradi piano piano salgono…..diventano 14 poi 19…….la luce diventa brillante, la città ricomincia a fremere, i gruppi si godono le gite. Al sole fa caldo, all’ombra ancora fresco. Si passeggia volentieri. La piazza della Vittoria ha i tavolini pieni di gente che chiacchiera e si intrattiene. La cupola del Duomo ed il Broletto fanno da retropalco. Ogni vicolo, ogni scrocio, ogni sottoportico è un incanto. Arrivati sotto le torri inizia il concerto del volo delle rondini. I tigli cominciano col loro inconfondibile profumo. E all’improvviso è come se ti sentissi in un quadro antico. Dura poco…..un paio di mesi…..e poi, spesso all’improvviso, arriva lei: l’afa. Se un gruppo ti prenota una visita guidata alle due, e capita, sai che sarà una salita che avrà attimi di pausa solo all’interno delle fredde chiese o sotto i portici dell’Università. Il premio è alla fine. Il tramonto sul Ticino dal Ponte è di una bellezza struggente. Vivamente consigliabile diventa allora la visita in notturna…… tutto è chiuso……ma le notti pavesi sono incantevoli. Sembra davvero di essere in un luogo di villeggiatura….i bambini giocano sul sagrato del Duomo, la gente rimane in giro a lungo perchè tanto non si dorme, ad una certa ora anche le zanzare si quietano e io vi porto a perdervi fra i vicoli. A perdervi in una citta non amata quanto dovrebbe. Non ancora.